L’ULTIMO GIORNO DI SCUOLA
Il cielo era brillante
ed il sole dolce su di noi
le persone erano tante
e contente che finisse la scuola,
nel cortile si giocava
la finale del torneo di pallavolo,
un urlo di vittoria
spezzò i cuori dei perdenti
quando l’ultimo punto si schiacciò al suolo
andai verso le classi,
mi venne voglia di rivivere il passato
tra sguardi biechi bassi
entrai in aule non mie ma in cui ero stato
rividi quella del primo poi del secondo
il terzo e l’altro ancora
fu strano ripensare
a quando volevo lasciarle
e non vedevo l’ora
d’un tratto le gesta di Renzo
di Virgilio e di Lucia
mi immersero in un’onda di colori
ricordai S. Francesco e quello sbaglio
che mi costò due punti in autori.
Michele era il compagno più vicino
chissà come starò ora a Torino
e la professoressa che non c’era più
povera donna
chissà se ancora ci osserva da lassù
passò il bidello
“che fai Mancini ?”
“riguardo il passato !”
“È tardi non puoi stare qui”
ma già me ne ero andato
il tempo di un saluto ai miei amici
e l’ultima campana chiuse l’anno
i bravi eran felici…
negli occhi dei somari un po’ d’affanno.
Passo passo
superato dalla massa in corsa verso casa
gli schiamazzi mi davan quasi noia
ed alla soglia mi fermai…
le tredici e tre minuti…
l’ombra non era nera
sotto il piede, l’osservai,
era piena d’un colore rosso scuro quasi viola
che mi prese fino al cuore,
ma non so se fosse triste o felice
per me era un’emozione nuova,
era il mio ultimo giorno di scuola.
08/06/1994